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L’Italia guida la modellizzazione del rischio meteorologico

Ottobre 8, 2021

Il cambiamento climatico è tornato al primo posto nella classifica dei più importanti rischi al mondo, secondo l’Axa Risk Report 2021. 

È quindi arrivato il momento di attivarsi per prevenire danni irreparabili. Riportiamo la traduzione di un interessante articolo di Commercial Risk, importante testata nel settore delle assicurazioni e del risk management.

L’Italia sta assumendo un ruolo guida nella modellizzazione degli eventi meteorologici e nella capacità di mitigarne l’impatto, con il lancio del primo indice europeo per monitorare l’impatto finanziario del rischio climatico e l’uscita di uno studio faro sugli effetti del cambiamento climatico sulle precipitazioni convettive, utilizzando modelli ad alta risoluzione.

La necessità di prevedere con precisione gli eventi meteorologici e il loro impatto potenziale non è mai stata più importante, non solo per il cambiamento climatico e gli eventi estremi, ma per una serie di fenomeni climatici suscettibili di influenzare le attività umane.

Fortunatamente, lo sviluppo delle ICT e delle tecnologie basate sugli strumenti ne migliora costantemente le prestazioni, consentendo un sostegno più accurato alle imprese, alle istituzioni, alle compagnie assicurative e a interi settori, come l’agricoltura, il turismo e l’intrattenimento.

La possibilità di accedere a informazioni dettagliate sugli eventi meteorologici e su come si verificano consente l’introduzione di misure di salvaguardia del bene e, nei casi peggiori, delle persone, per tempo.

Sulla base di questa esigenza, in Italia è stato sviluppato il primo indice europeo per valutare l’impatto finanziario del rischio climatico. L’European Extreme Events Climate Index (E3CI), lanciato all’inizio di quest’anno, è stato sviluppato dalla International Foundation for Big Data and Artificial Intelligence for Human Development, in associazione con Cmcc (ndr: Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e Leithà, una società fondata da Unipol e focalizzata sullo sviluppo di progetti di innovazione tecnologica.

L’obiettivo principale di E3CI è identificare le aree colpite da eventi meteorologici estremi e valutare la gravità dell’impatto, a sostegno dei settori assicurativo e riassicurativo.

L’indice presenta cinque indicatori meteorologici – precipitazioni, stress da caldo, stress da freddo, siccità e venti intensi – calcolati su base mensile per ciascun Paese in Europa. Il sistema misura la frequenza di eventi meteorologici estremi, fornendo informazioni utili per valutare l’impatto finanziario di tali rischi.

Gli studiosi hanno capito molto tempo fa che i modelli climatici regionali ad alta risoluzione sono particolarmente accurati nell’identificare la possibilità di fenomeni atmosferici intensi e localizzati. Tuttavia, fino a poco tempo fa, la potenza di calcolo necessaria per eseguire i calcoli non era sempre disponibile. I continui miglioramenti nella potenza di calcolo rendono oggi possibile un gran numero di applicazioni, tra cui l’uso di modelli ad alta risoluzione.

Il primo set multi-modello ad alta risoluzione, con scala espressa in chilometri e avente come orizzonte cronologico il decennio, è stato presentato all’interno del CORDEX-FPS (Flagship Pilot Study) sui fenomeni convettivi. Gli scienziati europei coinvolti nel progetto CORDEX-FPS hanno identificato le Alpi come un caso di studio sia per l’Europa che per la regione mediterranea, concentrando la loro analisi sull’effetto del cambiamento climatico sulle precipitazioni convettive.

I modelli sono stati utilizzati per produrre simulazioni ad alta risoluzione delle precipitazioni che si sono verificate tra il 2000 e il 2009 nell’area oggetto di studio. Il riferimento a un periodo passato ha permesso la verifica della varianza dai dati reali, rendendo i modelli di simulazione più efficaci.

Lo studio ha confermato la maggiore accuratezza dei modelli ad alta risoluzione. Tali modelli hanno sottovalutato le precipitazioni estreme orarie di una media del 3%, rispetto al 40% dei modelli a bassa risoluzione. Lo studio ha anche mostrato un significativo miglioramento nel calcolo della frequenza oraria delle precipitazioni.